VOCE AI LETTORI

La lettera di una viaggiatrice: «non mi hanno controllata in aeroporto»

Pubblicato il 04/03/2020 da Redazione

La lettera di una viaggiatrice: «non mi hanno controllata in aeroporto».

È giunta in redazione, infatti, la lettera di una lettrice del nostro giornale. Una giovane ragazza di nome Laura che spesso viaggia da Roma a Catania.La ragazza afferma, infatti, di non essere stata controllata in aeroporto. E ha, quindi, deciso di scriverci per dare la sua testimonianza.

Noi riportiamo fedelmente la lettera della viaggiatrice. Non per fare polemica. Ma per dare voce proprio alle persone che viaggiano e che vivono gli aeroporti in questi mesi di emergenza Coronavirus.

Ecco la lettera di Laura:

«Martedì 3 marzo sono partita da Roma Fiumicino alle ore 09.00. Mi sono recata all’aeroporto Roma Fiumicino in anticipo secondo l’orario previsto. Pensando, infatti, di dover perdere più tempo del solito ai controlli di sicurezza vista la situazione nazionale. Ma le procedure ai controlli di sicurezza erano le stesse di qualche mese fa quando in Italia non c’erano casi di Coronavirus! O comunque da quando, appunto, mi capita periodicamente di viaggiare da 7 anni a questa parte!

Arrivata all’aeroporto di Fontanarossa, scesa dalla navetta che porta dall’aeromobile agli arrivi, noto un rallentamento del flusso di gente che si avviava all’uscita.

Noto, inoltre, in lontananza 3 uomini senza mascherina con dei termometri in mano. 1 era in divisa rossa, appunto della Croce Rossa e 2 in divisa bianca, probabilmente anche loro della croce Rossa nonostante la diversità della divisa. I termometri erano di quelli che, appoggiati in fronte, segnalano la temperatura corporea in poco più di qualche secondo.

Rallento anche io pensando di dovermi sottoporre al controllo. Ma noto che molti passeggeri deviano e si dirigono chi ai nastri recupero bagagli chi direttamente all’uscita! Lo stesso ho fatto io, pensando di essere fermata poi più avanti e che magari gli uomini addetti ai controlli fossero sparpagliati in modo tale da far defluire i passeggeri.

Mi avvio all’uscita, senza dovermi fermare al recupero bagagli, ma gli uomini della croce Rossa erano solo i 3 che avevo visto. E quindi nessuno mi ha fermata obbligandomi (tra virgolette) a fare il controllo. E come me la maggior parte dei passeggeri che erano nel mio stesso volo. Contemporaneamente non erano arrivati altri voli.

Ad ogni modo i volontari (credo siano volontari gli operatori della croce Rossa) non sapevano se il mio volo fosse un volo provenienti da Roma, dalla Lombardia o un qualsiasi volo nazionale o internazionale!

Vorrei sottolineare che, invece, quando l’8 febbraio sono atterrata a Roma Fiumicino (da Catania!) e in Italia NON c’erano ancora casi di Coronavirus, a Fiumicino sono obbligatoriamente passata attraverso uno screening che controllava la temperatura corporea!».

Queste, dunque, la lettera della viaggiatrice.

Naturalmente, la nostra redazione si rende disponibile ad eventuali spiegazioni, risposte o rettifiche da chi di dovere.