CURIOSANDO

Salvo La Rosa, il conduttore catanese amato #CuTuttuUCori

Salvo La Rosa, il conduttore catanese amato #CuTuttuUCori.

Lo avevamo anticipato la settimana scorsa. Con una bellissima storia sui social che rivelava l’intervista. E ancora, due giorni fa. Con una foto che annunciava la stesura dell’articolo.

E finalmente ci siamo. Finalmente ho il piacere di pubblicare la tanto attesa intervista con uno dei personaggi più amati a Catania e non solo. Un grande personaggio, un grande conduttore, un grande comunicatore. Ma, al tempo stesso, una persona semplice, sincera, legata alla sua terra. Ai suoi affetti e al suo pubblico. Un uomo che si è fatto strada da solo nel mondo dello spettacolo, esattamente da quando aveva 16 anni. E oggi, 25 gennaio, festeggia i suoi 40 anni di carriera.

Lui, che quando ti parla lo fa #CuTuttuUCori.

Signore e signori, Salvo La Rosa!

Salvo La Rosa, innanzitutto sonialafarinanews.it ti ringrazia per questa intervista. Come e quando è nato il tuo amore per il mondo dello spettacolo?

«Grazie a te Sonia. Vedi, io ho avuto fin da bambino questa grande voglia di comunicare. Già da quando ero piccolo dicevo che volevo fare il giornalista. Dicevo che volevo fare il presentatore. E devo dirti che ero bravino anche a fare le imitazioni. Quindi, simpaticamente intrattenevo i miei familiari già dai tempi della scuola. Ed è stata proprio la scuola ad aiutarmi.

Ho avuto, infatti, la fortuna e l’onore di frequentare i Salesiani. Dalla prima media in poi. Per me i Salesiani sono stati una scuola importantissima, fondamentale. Una grande scuola di vita oltre che di formazione. E proprio gli insegnanti capirono che avevo già questo talento. Questa inclinazione.

Io, infatti, giocavo a fare il giornale di scuola. Ricordo che staccavo le pagine dei quadernoni nel mezzo e incollavo gli articoli dei giornali. E da lì, i Salesiani mi dissero di fare un vero e proprio giornale di classe. Erano gli anni ’70 e abbiamo fatto il primo giornale. E io, ovviamente, ero il direttore. Perché tra tutti i compagni di scuola ero, appunto, il più portato.

Ho presentato, inoltre, il primo spettacolo nel 1980. Si trattava di un Gran Galà della Croce Rossa Italiana. Presentò Marina Cosentino, uno dei volti iniziali di Antenna Sicilia. Io coopresentai con lei. Ero un ragazzino. Per me fu una cosa bellissima.

Io da bambino ho seguito subito questa strada che poi è diventata il mio lavoro. Prima come giornalista, poi come giornalista di spettacolo e poi come conduttore. Per dirla come Jovanotti mi ritengo “un ragazzo fortunato”. Perché mi hanno regalato questo sogno che è diventato realtà».

 

 

Parliamo, appunto, della tua carriera giornalistica. Sono trascorsi 40 anni dal primo articolo. Quali sono i tuoi ricordi da giornalista?

«Sono i ricordi di un ragazzino strafelice. Oggi, infatti, festeggio 40 anni dal primo articolo. Avevo 16 anni e mezzo, andavo ancora al liceo. E il 25 gennaio di 40 anni fa venne pubblicato il mio primo articolo. Quindi, gennaio 1980 il primo articolo. Primavera 1980 il Gran Galà di cui ti parlavo prima.

Io in quel momento avevo toccato il cielo con un dito. Stavo cominciando a fare quello che volevo fare. E, ripeto, i Salesiani mi capirono. Chiaramente mi facevano studiare sempre e comunque. Però mi hanno accompagnato su questa strada. Io ci ho provato e questi sono i risultati».

Risultati ottimi direi. Visto che sei (e non lo dico solo io, lo dice anche il tuo pubblico), il nostro più grande conduttore. E il grande successo, si sa, è arrivato con “Insieme”. Quali sono i tuoi ricordi di questa importante trasmissione siciliana?

«Questa è stata un’altra tappa felicissima. Perché “Insieme” è diventato veramente un programma fondamentale per la mia carriera, per la mia vita. Un punto di riferimento per milioni di siciliani. Ma non solo in Sicilia. Anche in Italia e nel mondo. Mi ha dato popolarità, ma soprattutto mi ha dato l’affetto del pubblico, che per me è la cosa più importante. A me interessa che la gente mi voglia bene. E devo dire che in tutta la Sicilia, anche ora, trovo affetto.

Quel programma è entrato davvero nelle vene dei siciliani. E di questo dò merito a tutte le persone che hanno lavorato con me, che ci hanno creduto e sono state al mio fianco. Come i colleghi, i tecnici, gli artisti. E ancora, i collaboratori e i dirigenti.

E poi, Enrico Guarneri, Litterio. Con Enrico abbiamo fatto cose pazzesche. È grande Enrico».

 

E a proposito di Enrico Guarneri. Mentre noi preparavamo questa splendida intervista, tu ti preparavi per l’annuncio di un grande ritorno. Raccontaci un po’…

«Eh sì. Io e Litterio torniamo in televisione, con “Di nuovo insieme”. Innanzitutto, abbiamo già annunciato che torneremo in teatro. Dall’1 aprile al 30 maggio faremo una lunga tournée. Si tratta di un lavoro teatrale che si intitola “Io sono l’atro 2.0”, dove racconteremo un po’ la nostra storia. Enrico, si sa, da sempre si è confrontato con il teatro serio e con il teatro comico. E in questa rappresentazione, io gli appaio in sogno, gli dico che è un grande attore, ma che è anche un grande Litterio. E lì esplode, appunto, il personaggio Litterio.

Riguardo il ritorno in tv: si tratta di un lavoro, fatto al teatro Abc, dove in puntate di un’oretta ciascuna, raccontiamo gli episodi più belli della storia televisiva di La Rosa e Litterio. Con la presenza del pubblico in teatro. Infatti, dal martedì al sabato, dalle 16 alle 18, al numero 3519246282 è possibile prenotarsi per partecipare come pubblico. Le puntate si registreranno il 24, 25, 26, 27 febbraio e andranno in onda, su TGS, da metà marzo».

Salvo, tu sei molto legato alla tua terra. Hai lavorato anche per Rai e Mediaset. Ma non ha mai lasciato la Sicilia. Perché?

«Quando “Insieme” esplose, poco dopo il 2000, io stavo cominciando a frequentare, appunto, Rai e Mediaset. Ho fatto Sanremo, Festa del Disco. E ancora Novecento. Altri programmi con Pippo Baudo. Un successo devo dire. Ma dopo il 2004, ti dico la verità, non è successo più nulla. Un po’ non mi hanno cercato loro e un po’ non li ho cercati io. E poi devo dire che io nella mia terra sto davvero bene. Ho lavorato e lavoro sempre bene.

Mi piace stare qui. Io sono siciliano e come dice Verga sono “allippato” allo scoglio. E anche se Sciascia dice che qui i problemi sono doppi e tripli, io ci rimango. E chissà la vita cosa mi riserva».

Hai parlato di lui. Un mito. Pippo Baudo. Oggi, com’è il rapporto di Salvo La Rosa con il grande Pippo?

«Straordinario! Ci sentiamo tutti i giorni. Ci raccontiamo le nostre cose, parliamo di televisione. È un rapporto vero. E lo è sempre stato, da quando ho avuto il dono di lavorare con lui. Un’amicizia nata, inoltre, nel momento più difficile della carriera di Pippo. Era, infatti, il momento in cui Pippo era fuori da tutto. Dopo che aveva condotto il Festival di Sanremo, Canzonissima, Fantastico. Ho vissuto con lui quei momenti complicati. E lui li ha vissuti con grande dignità e con grande umanità.

Pippo ha accettato di rientrare in Rai, con un programma, Novecento, che andava in onda su Rai 3 di pomeriggio. Un programma bellissimo che poi passò in prima serata su Rai 3 e poi su Rai 1. Io con lui ho fatto circa 14 puntate. E lì apprezzai l’uomo Baudo, che si rimise in gioco. Poi ritornò di nuovo a Sanremo ed ebbe lo spazio che merita.

Oggi il nostro è un rapporto da fratello maggiore a fratello minore. Lui mi dà sempre i consigli giusti. E quando io ho bisogno c’è sempre».

Ho letto che nel 2003 hai fatto parte di un film. “Sergio il film”. Salvo La Rosa anche attore?

«No, lo faccio fare a chi è veramente attore (sorride). Era un bel progetto fatto da Antonello Costa. Che è stato uno dei comici principali della mia storia ad “Insieme”. Ed è, inoltre, uno dei comici siciliani più amati in Italia. Ricordate, lui faceva Sergio che andava dallo psicologo. (Sergio? Sìììììì….). Questo personaggio ebbe un successo così clamoroso che lui ne fece un film. E per l’occasione mi chiese di impersonare lo psicologo. Io feci un paio di battute. Quindi no, non sono un attore.

E a proposito, anche in questo lavoro che faccio con Enrico Guarneri, io non faccio l’attore, anche perché non lo saprei fare. Io faccio sempre “il signor La Rosa”. Come ho sempre fatto in televisione».

E la televisione, si sa, ti ha visto per 35 anni all’interno di un’emittente. Antenna Sicilia. 5 anni fa hai lasciato Antenna. Come mai questa scelta? Come hai vissuto quel periodo?

«Sono andato via perché non mi trovavo più a mio agio. Ho discusso con la proprietà in maniera molto serena. Ho preferito andarmene perché non condividevo alcune cose. E ho preso un’altra strada.

Ho vissuto quel periodo molto male perché lì sono stato veramente benissimo. Ancora oggi la maggior parte della mia vita l’ho vissuta là dentro. Abbiamo fatto cose bellissime. Prima fra tutti “Insieme” con 2600 puntate. I telegiornali. E ancora, trasmissioni sportive. E la diretta della festa di Sant’Agata l’abbiamo inventata ad Antenna Sicilia.

Le separazioni sono sempre dolorose. Non è stato facile prendere questa decisione. Ma l’ho presa serenamente, perché sapevo quello che facevo».

Adesso, esattamente da gennaio 2018, Salvo La Rosa è direttore artistico del gruppo editoriale Ses. Emittenti televisive TGS e RTP. Emittenti radiofoniche RGS e Antenna dello Stretto.

Salvo, ti stai preparando per la festa di Sant’Agata e quest’anno è la 30esima diretta in onore della nostra Santa Patrona.

«Sì, saranno 30 anni. Ricordo sempre la prima diretta. Venne fatta mentre era in corso la Guerra del Golfo. La prima guerra moderna che ci toccava da vicino. Perché da Sigonella partivano gli aerei per andare nel Golfo. L’allora arcivescovo Luigi Bommarito, decise di fare la festa in stile penitenziale. Proprio perché c’era la guerra. (Approfitto della tua intervista per ricordarlo con grande affetto).

Lui annullò i festeggiamenti come la tradizione vuole. E decise di fare, solo per il 5 febbraio, una processione di preghiera, dalla Cattedrale fino a piazza Stesicoro.

Io colsi al volo l’idea di fare una diretta. Antenna mi disse subito di sì. Una diretta che ebbe un successo clamoroso. Che dura da 30 anni.

Sant’Agata per me è un atto di fede e di devozione. E io faccio un servizio. Offro a Sant’Agata questo lavoro dal 3 sera in poi. E lo faccio come servizio per tutte quelle persone che per un motivo o per un altro non possono essere presenti».

 

Sonialafarinanews.it ti ringrazia nuovamente, Salvo. E prima di salutarci con un piccolo video, ci racconti da dove nasce #CuTuttuUCori?

«Quando io andavo a trovare mia nonna, per la quale nutrivo un grande affetto, nel salutarmi lei mi diceva in siciliano “ti ringrazio nipote che ti sei ricordato di me. Il Signore ti benedica. E ti abbraccio cu tuttu u cori”.

Ecco per me queste parole, dette da una persona che mi voleva bene, mi sono rimaste dentro.

E io, oggi, voglio davvero ringraziare le persone che mi vogliono bene. E che mi permettono di lavorare. Per questo dico #CuTuttuUCori. È un gesto d’affetto rivolto a tutti. Al pubblico. Alla gente che ci guarda. La tv ha uno schermo. Ma non fa affatto da schermo, perché noi “passiamo” e comunichiamo con loro».

E noi comunichiamo con gli amici di sonialafarinanews.it e di Salvo La Rosa con questo saluto speciale: