VOCE AI LETTORI

Sant’Agata d’estate si farà? Arriva una lettera in redazione…

Pubblicato il 30/06/2020 da Sonia La Farina

Sant’Agata d’estate si farà? Arriva una lettera in redazione…

L’emergenza Coronavirus sembrerebbe essere terminata. Tuttavia è ancora necessario evitare assembramenti e “vivere” in sicurezza.

È quasi arrivato luglio e i catanesi si iniziano a domandare se il più grande evento religioso estivo si svolgerà o meno. Ovvero, Sant’Agata d’estate.

Un ragazzo di Catania ha deciso di scrivere una lettera alla nostra redazione. Parole ricche di ricordi e di emozioni.

Domande che un po’ tutti noi devoti ci stiamo ponendo. Ricordi di una festa che rappresenta la nostra città.

Ecco la lettera del nostro lettore:

«Domenica per la prima volta, da quando hanno riaperto tutto, mi sono fatto una passeggiata al Duomo di Catania.

Mentre ammiravo la sua straordinaria bellezza mi è tornata in mente l’ultima volta che mi trovavo qui. Era proprio per l’ottava di Sant’Agata, il 12 febbraio.

Circa 4 mesi senza passeggiare per il centro storico, mai successo prima.

Seduto nei tavolini del bar, tra una granita e una sigaretta, ho immaginato la piazza piena di gente.

Il Covid-19 ha il potere di cambiare anche la nostra immaginazione.

E tra una cosa e l’altra mi sono chiesto: “ma quest’anno Sant’Agata d’estate si farà?”. Chissà se gli organizzatori comunali e clericali già ne parlano.

L’incontro con Agata è sempre importante per noi catanesi. È atteso, voluto, desiderato… difficile da rinunciare!

Ho sempre voluto credere che anche per Agata è così. Infatti da bambino ero convinto che la ricorrenza estiva era fatta per tutti i catanesi che vivono fuori. Tutti i nostri amici e parenti che per lavoro non possono venire a febbraio. E Agata li aspetta ad agosto durante le vacanze estive come solo una mamma sa fare.

Casualità vuole che anch’io abbia uno zio che vive a Milano e che avvalora il mio pensiero.

Ogni estate quando arrivava non faceva altro che dire: “finalmente un po’ di pesce fresco” e mia zia che “sdilliriava” perché ne comprava tanto da sfamare un esercito.

Che poi il pesce si poteva comprare solo alla pescheria, perché mentre lo comprava sentiva l’odore del mare.

Così tra un tuffo e un’arrostita di pesce arrivava giorno 17.

Non esistevano ancora i telefonini, ma era impossibile non trovarci.

Davanti al Duomo, guardando l’elefante, sotto il lampione sulla destra, alle 18.

Chi arriva prima aspetta.

Lo ricordo ancora perfettamente nonostante gli anni.

Che poi alla fine era sempre mio zio quello che aspettava. Voleva stare un po’ solo con la nostra Agata, portare la sua offerta e farsi quattro chiacchiere con Lei.

È andata così per tanti anni, poi piano piano le cose sono cambiate.

Anche noi siamo cambiati, cresciuti ed invecchiati.

Chissà se tra 20, 30 o 40 anni i nostri i figli e nostri nipoti racconteranno emozioni indelebili nel loro cuore come quelli che i nostri genitori sono stati in grado di lasciare a noi.

Una cosa è certa, il Covid-19 se da una parte ha dato il tempo di far tornare in mente bellissime emozioni, dall’altra ci ha tolto la possibilità di poter tornare a vivere queste emozioni.

Ho deciso di scrivere queste due righe dopo aver letto la notizia che il vescovo di Acireale ha sospeso tutte le processioni fino ad ottobre!

Non so cosa deciderà il vescovo di Catania. Ma non importa. A un Catanese basta semplicemente sedersi in un bar di piazza Duomo per parlare un po’ con la sua amata Agata, poi lei farà il resto».