DONNE

Palermo. “Ma che fai, aspettiamo un bambino. Io ti amo”

Palermo. “Ma che fai, aspettiamo un bambino. Io ti amo”.

Queste parole rimbombano nella testa di tante persone in queste ore. Sono le parole di una donna che si fidava del suo uomo. Ma dal quale, invece, ha ricevuto la morte.

È successo a Palermo.

sonialafarinanews.it, lo sapete, si occupa di Catania e provincia.

Ma, in questa settimana, durante la quale sto scrivendo tanti e tanti articoli sulla lotta contro la violenza sulle donne. In questi giorni, dove le notizie sui convegni, gli incontri, le iniziative di sensibilizzazione sono infiniti. Ho deciso di occuparmene anch’io.

Dopo tutto quello che stiamo facendo, ancora accade?

Vera Squatrito e Giovanna Zizzo, mamme di piccole donne vittime di femminicidio, sono le prime a lottare per tutte le vittime. E ancora accade?

Alla vigilia della Giornata mondiale contro il femminicidio, ancora accade?

È successo a Palermo. Ma succede ancora in ogni parte della terra. Perché?

Ana Maria Lacramioara Di Piazza è stata uccisa ieri a coltellate.

I carabinieri hanno fermato l’amante, Antonino Borgia. E l’assassino ha confessato.

Aveva paura Antonio. Perché la povera Ana era incinta. Ed era un pericolo per il suo matrimonio.

Così ha deciso di sgozzarla.

Si sono visti nel cantiere della sua impresa. Ha pensato bene di fare l’amore con lei. Ma poi l’ha accoltellata.

Prima una coltellata alla pancia. Come a voler annullare quel povero bambino che Ana portava in grembo.

Poi l’ha colpita in testa con un bastone. E alla fine le ha tagliato la gola.

Quando ha finito, è andato dal barbiere come se nulla fosse. (Dopo aver nascosto il corpo).

Le telecamere di un sistema di videosorveglianza avrebbero ripreso le urla di Ana: “Ma che fai, aspettiamo un bambino. Io ti amo”…