EDITORIALI

Sicilia, Coronavirus, contraddizioni. Pandemia tra rispettosi e menefreghisti

Sicilia, Coronavirus, contraddizioni. Pandemia tra rispettosi e menefreghisti.

Era praticamente inizio 2020 quando il Coronavirus ha bussato alle nostre porte italiane.

Era il 25 febbraio, esattamente, quando tutti noi giornalisti abbiamo diffuso la notizia del primo caso siciliano. A Palermo.

Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata. Tra lockdown e ripartenze.

Ma sono trascorsi 6 mesi e ancora abbiamo a che fare con questo virus che sta distruggendo popolazione ed economia.

In questi mesi si è detto di tutto e di più. E si continua ancora a dire la qualsiasi.

C’è chi sostiene ancora che il Coronavirus non esista. (E i morti?). O più, allegramente, come dice l’amica di Mondello: “Non ce n’è coviddi”.

Chi pensa sia tutto un complotto. Delle istituzioni? Dei servizi segreti? Di noi giornalisti? Di chi???

Proprio noi giornalisti siamo accusati di essere manipolati dal potere. (Quale potere?). Ci viene detto che diffondiamo terrore perché ci dicono di farlo. (Chi???). O perché abbiamo un tornaconto economico. (Quale?). Ah, dicono dalla vendita delle mascherine… (vedete pubblicità di aziende di mascherine nei nostri articoli?).

Forse nessuno si rende conto che l’economia distrutta ricade anche sui giornali e sui giornalisti. E che forse forniamo semplicemente notizie. (Ma questa è un’altra storia…).

(Leggi anche: Sicilia altri 28 positivi. Catania sempre la provincia con più casi).

Tornando a noi.

C’è chi ancora sostiene che il Covid-19 sia una semplice e banale influenza. (Ripeto, e i morti?).

C’è invece chi ancora è letteralmente terrorizzato da questa pandemia, tanto da non voler più uscire da casa.

Sicuramente ci sono persone che hanno preso il Coronavirus in forma lieve o senza sintomi. Ma sono anche tante le persone per mesi sono state davvero male e che ancora portano i segni di questa malattia. E non dimentichiamo tutti coloro che sono morti per colpa di questo virus. (E non solo perché avevano altre patologie).

Da giornalista ho avuto modo di rendermi conto un po’ di tutto. Per questo non rispondo alle provocazioni. (Ma anche questa è un’altra storia…).

Ma torniamo di nuovo a noi. E torniamo in Sicilia.

Ce n’eravamo quasi liberati di questo Coronavirus. Ed eccolo all’improvviso riapparire.

Colpa dei migranti? Ah no, sono chiusi e controllati. Però scappano… (Non si sa).

Colpa dei turisti? Sì, chiudiamo tutto e non facciamoli entrare. Però no, portano soldi e fanno girare l’economia. (Quindi?).

Colpa dei siciliani. Non è vero! Siamo stati e siamo tutti bravissimi nel rispettare le regole. Però c’è caldo, togliamo la mascherina. Però è estate e far festa tutti insieme, alla faccia degli assembramenti. (?).

Sicilia

Sicilia, Coronavirus, contraddizioni. Anche i nostri amici politici non sanno più cosa fare:

Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, e l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, sono sempre al centro di critiche. (Perché quello che viene fatto, si sa, non sta mai bene).

Lo stesso Musumeci si rende conto che l’economia siciliana è in ginocchio. E qualche ora fa, lo ha dichiarato ai colleghi del Messaggero:

«La Sicilia ora è in ginocchio. I governatori avrebbero avuto il diritto di conoscere le determinazioni del Comitato tecnico scientifico. Non comprendo il motivo per cui il Governo ha deciso di nasconderci i dati. Sono stati sleali con i siciliani e con tutte quelle regioni meridionali che avrebbero potuto attenuare i disastri economici seguiti al lockdown. Un’economia in difficoltà, con alti tassi di povertà, avrebbe potuto continuare a produrre. E invece ci hanno bloccato completamente».

Però, allo stesso tempo, il governatore siciliano si dice pronto a richiudere di nuovo.

Ieri, infatti, ha pure detto:

«Saranno i numeri a dirci se dobbiamo chiudere di nuovo tutto. Non escludo nuove restrizioni. Vorrei evitare una chiusura. Ma quindici giorni fa ho lanciato un appello che non è stato raccolto».

Che dire? Sicuramente Nello Musumeci non è in una posizione semplice.

Come avete letto, ho deciso di scrivere un editoriale di domande per questo mese di agosto.

Ma concludo con un’unica certezza. Data sempre dalle parole di Musumeci:

«Rinnovo l’appello a tutti per poterci godere questa estate in relax ma con qualche piccolo sacrificio. La mascherina, il distanziamento, mantenere un metro di distanza. Penso che sia il minimo per evitare di fare concorrenza alle regioni del nord in termini di Coronavirus. Siamo stati così bravi per 3 mesi con la linea della fermezza e del rigore. Credevo di poter avere fiducia nella responsabilità dei siciliani, non vorrei ricredermi».

Basterebbe solo un po’ di coscienza, consapevolezza e rispetto da parte di tutti.

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