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Franco Battiato e “La casa di Carta”. Sulle note di “Centro di Gravità”

Pubblicato il 05/04/2020 da Sonia La Farina

Franco Battiato e “La casa di Carta”. Sulle note di “Centro di Gravità”.

È iniziata da pochissimo, venerdì 3, su Netflix, la quarta stagione de “La Casa di Carta”. Decisamente, la serie più amata di Netflix.

Dopo le scene girate a Firenze negli episodi precedenti e anche l’utilizzo del brano “Bella Ciao” come colonna sonora di tutte le stagioni, si continua a rendere omaggio al nostro Paese.

Stavolta, con due cantanti italiani: Umberto Tozzi e il Franco Battiato, appunto.

Ma prima di entrare nel dettaglio, come di consueto, partiamo dall’inizio.

Chi è Franco Battiato?

Franco Battiato nasce a Riposto, provincia di Catania, nel 1945.

Ed è un cantautore, compositore, musicista. E ancora regista e pittore italiano.

Inizia ad occuparsi di musica già negli anni ’60. Inizialmente con Gregorio Alicata forma il duo “Gli Ambulanti”. I due artisti si esibiscono davanti alle scuole, con un proprio repertorio di canzoni di protesta.

In questa fase, sarà l’amico Giorgio Gaber a lanciarli. Ma durante le fasi di lavorazione affiorano diverse incomprensioni che portano il duo a sciogliersi.

E Battiato decide, quindi, di proseguire singolarmente la carriera di musicista. Inizialmente abbracciando il genere di protesta e successivamente quello romantico.

Negli anni ’70 Franco Battiato si dedica, invece, alla musica sperimentale. Facendo un uso costante di strumenti e sonorità elettroniche. In questo periodo pubblica, “Fetus”. Recante in copertina l’immagine di un feto, all’epoca censurata.

Negli anni ’80, inoltre, il ricorso alla citazione e al frammento sono alla base della nuova idea di canzone proposta da Battiato. Di questo periodo si ricorda “L’era del cinghiale bianco”. E ancora “Cuccurucucù” e “Voglio vederti danzare”.

 

Gli anni ’90 sono caratterizzati da uno dei suoi brani di maggior successo “La cura”. Canzone che viene certificata disco di platino con oltre 30.000 copie vendute.

Tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del nuovo millennio non si può non ricordare “Shock in my town”. Canzone che si struttura secondo un riff di chitarra. Dove in sottofondo si sovrappongono numerosi suoni e distorsioni, cori spettrali, e spunti elettronici.

Nel 2010 Franco Battiato si presenta al Festival di Sanremo con Luca Madonia con “L’alieno”.

Si dà, invece, alla politica nel 2012. Facendo parte della Giunta comunale della Regione Siciliana. Battiato è, infatti, assessore al turismo, allo sport e allo spettacolo.

Il 17 settembre 2017 tiene il suo ultimo concerto al Teatro romano di Catania. Le ultime quattro date del tour vengono, infatti, annullate per motivi di salute.

A fine agosto 2019 viene, quindi, annunciata l’uscita dell’ultimo album prima del ritiro dalle scene. Dal titolo “Torneremo ancora”. Ad ottobre 2019, infatti, il manager Franco Cattini annuncia il ritiro dalle scene di Franco Battiato.

Ma torniamo a “La Casa di Carta”, perché, appunto, il nostro cantante catanese ne è protagonista con la sua “Centro di gravità”.

La canzone fa parte di un flashback che racconta il matrimonio toscano di Berlino. Presente tra i ricordi di Berlino anche “Ti amo” di Tozzi. A intonare le due canzoni sono, inoltre, i monaci che lo ospitano.

Un omaggio all’Italia, dunque. E in questo caso alla nostra Sicilia dalla serie più seguita di Netflix.